Parrocchia Santa Giovanna Antida Thouret
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Parrocchia

Storia della parrocchia
Visite pastorali e crescita della comunità

Nel maggio del 1982, nella sua visita pastorale,durata ben cinque giorni pieni, mons. Clemente Riva, allora vescovo del Settore Sud, volle incontrare tutte le varie realtà, raggiungendo anche gli insegnanti e gli alunni delle scuole elementari e medie.
La sua profonda umanità e pastoralità, espressa anche in una relazione programmatica, delineò un percorso comunionale e missionario che la parrocchia avrebbe dovuto intraprendere per superare i contrasti interni derivanti da diverse esperienze e concezioni di chiesa.
Un sondaggio socio-religioso permise di acquisire una conoscenza più approfondita della realtà del quartiere (che nel frattempo era arrivato a completamento, con circa tremila appartamenti), per formulare un piano pastorale più rispondente alle esigenze degli abitanti.
Nonostante un relativo benessere economico, fu riscontrata la presenza di quelle che già allora si chiamavano le nuove povertà:  sradicamento degli anziani dai luoghi di origine, disorientamento dei giovani, famiglie in crisi o già separate, ragazzi e bambini bisognosi di stabili punti di riferimento,  solitudine, depressione, anoressia.
Con molto impegno e con una certa fatica fu costituito il consiglio pastorale parrocchiale, la commissione Caritas che ebbe come assistente don Giovanni Ruffino, secondo vice-parroco, lo scoutismo dell’AGESCI, le comunità neocatecumenali, l’Azione cattolica, e infine la Fraternità francescana.
Ben presto i locali assegnati divennero insufficienti: per le grandi festività religiose si ricorse a soluzioni creative : Natale, Pasqua, la festa della santa patrona a maggio, furono celebrate a volte in un tendone da circo, a volte nel teatro della scuola elementare di via Drago, o sul prato adiacente a piazza Zamagna, che per la sua posizione a conca facilitava una partecipazione corale e comunitaria.
Anche la comunità delle suore di santa Giovanna Antida pose la sua abitazione in via Cerva a servizio degli anziani, delle catechiste, e di alcune bambine che nel periodo estivo, guidate da suor Elvira, imparavano a lavorare a maglia o  all’uncinetto.

Nella sua visita pastorale del maggio 1984 il cardinale vicario Ugo Poletti, con notevole lungimiranza e con amore di padre si rese conto delle difficoltà oggettive in cui si operava.
Nel maggio dell’86, invitato per la festa di santa Giovanna Antida, fu favorevolmente sorpreso per l’accoglienza ricevuta.  La celebrazione all’aperto ebbe una partecipazione plebiscitaria.   Vari cartelloni e tanti tavoli documentavano le numerose attività svolte con testi, disegni, grafici, tabelle, fotografie, mentre altre  erano in svolgimento. Il  tutto dimostrava gioia, passione, impegno serio nel voler essere segno credibile nella comunità ecclesiale e nel quartiere.
In quell’incontro maturò in lui la volontà di porre tra le priorità pastorali diocesane la costruzione del nuovo complesso parrocchiale, vincendo alcune resistenze del Consorzio di Fonte, nella consegna dei terreni previsti che ospitavano un campo di calcio con i relativi servizi.
Infatti il 28 luglio il Cardinale si fece consegnare dal Comune di Roma l’area destinata dal piano regolatore per la costruzione della chiesa , la fece recintare, e successivamente vi fece installare un prefabbricato che consentiva lo svolgimento di nuove attività pastorali.
Negli stessi anni il papa Giovanni Paolo II annunciò (vigilia di Pentecoste 17 maggio 1986) per la diocesi di Roma la convocazione del secondo Sinodo diocesano, sotto la guida del Cardinale vicario, per approfondire la conoscenza della situazione religiosa e sociale alla luce del tema:  Comunione e missione della Chiesa di Dio che è in Roma alle soglie del terzo millennio.  Il percorso di studio e di approfondimento durò sette anni e si concluse con il nuovo Cardinale vicario Camillo Ruini il 29 maggio 1993 (veglia di Pentecoste).   Il sinodo pastorale fu caratterizzato da un periodo fecondo, denso di impegno, di riscoperta di quella ecclesiologia di comunione espressa nel Concilio vaticano II.   Il libro del Sinodo che il Cardinale consegnò nelle mani del Pontefice fu promulgato, approvato e riconsegnato al popolo di Dio con l’esortazione ad attuarlo e a far convergere la molteplicità dei doni in un cammino condiviso per adempiere alla comune missione.  L’esperienza sinodale permise alla parrocchia di aprirsi ad una conoscenza più profonda di nuove realtà, la Prefettura (che comprende un certo numero di parrocchie vicine, allora presieduta da mons. Paolo Schiavon, attuale vescovo del settore Sud) e alla conoscenza della Diocesi.  Il vento dello Spirito diede nuovo slancio ed impulso alla parrocchia nascente.
 

 


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