Parrocchia Santa Giovanna Antida Thouret
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Parrocchia

Storia della parrocchia
La costruzione della chiesa

Nel 1988 il Cardinale in un nuovo incontro con il consiglio pastorale parrocchiale sollecitò un impegno serio e responsabile per dimostrare quanto stesse a cuore la costruzione della chiesa: venne lanciata una sottoscrizione fra gli abitanti, che nel giro di due-tre anni raccolse più di un miliardo di lire per dare avvio ai lavori.  Buona parte della popolazione versò contributi mensili, secondo le proprie disponibilità economiche (si tenga presente che tutti avevano ancora in corso il pagamento del mutuo della casa acquistata di recente).  Gli altri tre miliardi e mezzo per il completamento del complesso furono erogati dalla diocesi.
Il progetto del nuovo complesso parrocchiale fu affidato agli architetti Carlo Bevilacqua e Annamaria Feci.
 Nell’ottobre 1989 iniziarono i lavori preparatori dell’area a cura della ditta DEBA appalti s.r.l., sotto la direzione dell’Ufficio tecnico del Vicariato.

Il 13 maggio 1990, accolto da un tripudio festoso e riconoscente di tutta la gente, alla presenza delle autorità civili e religiose il cardinale Poletti pose la prima pietra della chiesa.  Prima di lasciare l’incarico di Vicario, il cardinale Poletti visitò il cantiere nella sua fase finale, complimentandosi con la ditta costruttrice e il comitato parrocchiale preposto alla raccolta dei fondi e  alla sensibilizzazione dei fedeli.
La chiesa ha pianta ottagonale, con una capienza di 600 posti a sedere e di circa 300 in piedi.  La copertura è stata realizzata in legno lamellare, che richiama alcuni motivi di chiese del nord.  L’auditorium sottostante aveva una capienza di circa 400 posti a sedere.

 Il 22 maggio del 1993 il cardinale Camillo Ruini consacrò e benedisse la nuova chiesa, esortando tutti i componenti del popolo di Dio ad essere pietre vive, sale, luce, lievito nel mondo, non lasciandosi tentare da forme di pigrizia o di torpore sul piano spirituale ed operativo.
Sotto la mensa dell’altare furono poste reliquie della santa patrona, di san Filippo Neri e di santa Francesca Romana
La gioia fu grande, l’edificio chiesa oramai era la casa di tutti per eccellenza.
Certo, nel momento della gioia si dimenticano le fatiche, le amarezze, i contrasti, le difficoltà, le delusioni, le ingratitudini sofferte per raggiungere questo obiettivo, proprio come la donna, che dopo il parto, dimentica il dolore del travaglio.

Si trovò  una prima sistemazione per l’area dei campi sportivi.
La manutenzione delle aree esterne cominciò a presentare qualche problema che assorbiva risorse ed energie, così come  la manutenzione del tetto realizzato in legno lamellare.
Il complesso parrocchiale, grazie ad offerte raccolte anche successivamente, ed amministrate oculatamente, si è arricchito poi di altre aule e saloni, per consentire ogni attività pastorale e di catechesi.
La congregazione delle suore di s.G.A., oltre a un consistente aiuto economico, donò il grande quadro dedicato alla Santa che si trova nel corridoio accanto all’ufficio parrocchiale, il bassorilievo più moderno che  è stato collocato in chiesa, come pure il piccolo ritratto della Santa  presso l’ambone.
Il grande crocifisso settecentesco posto nell’abside fu donato dal Vicariato.
Le vetrate con il loro simbolismo sono opera della arch. Annamaria Feci.
 

 


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